Cos’è l’autostima

Quando parliamo di autostima ci riferiamo ad uno dei capisaldi del benessere individuale.

Potremmo semplificare dicendo che si tratta dell’opinione che ognuno ha di sé, una percezione che influisce profondamente sullo stato emotivo di una persona.

In particolare, alcune teorie definiscono che si tratta di 3 percezioni particolari:

  • percepirsi degni di essere amati
  • percepirsi competenti 
  • percepire il nostro contesto in modo corretto, potremmo dire, altrimenti, avere senso della realtà.

Sgabello tirolese

Per spiegare l’autostima mi piace molto la metafora elaborata da Raffaello Rossi: possiamo pensare all’autostima come ad uno sgabello tirolese che poggia su tre gambe, ciò fa si che trovi facilmente una stabilità, ma se una delle gambe dovesse essere corta o mancante lo sgabello non potrebbe essere stabile a meno di un supporto esterno, per esempio una zeppa.
Analogamente, se non sviluppiamo in modo equilibrato le nostre 3 percezioni, allora rischiamo di aver bisogno di un supporto esterno, che potrebbe manifestarsi, per esempio, attraverso la continua ricerca di conferma da parte degli altri.

Accogliersi nei propri limiti

Riconoscersi degni d’amore a prescindere da tutto, nonostante la consapevolezza di essere limitati, è volersi bene.

Più di un semplice atto di amore verso se stessi è quello di accogliere se stessi, condizione basilare per coltivare un equilibrio mentale positivo.

Accogliersi limitati costituisce una parte essenziale del processo di sviluppo dell’autostima con l’accortezza di fare un distinguo tra l’accettare e l’accogliere:

  • l’accettazione determina riconoscere una situazione o una condizione sapendo che non la si può cambiare e può essere legata ad un senso di fatalismo o ad una volontà di adattarsi a ciò che non può essere cambiato.
  • l’accoglienza va oltre la semplice accettazione, suggerisce una partecipazione attiva e una disposizione positiva nei confronti di ciò che si sta vivendo.

Ognuno di noi è un individuo unico, con caratteristiche, abilità e limitazioni peculiari. Accogliere queste sfumature ci permette di individuare quali sono i nostri punti di forza e quali sono quelli di debolezza, ci aiuta a puntare sulle nostre capacità e non sui sogni e contribuisce a creare una base solida per la costruzione di un’autostima positiva.

Riconoscersi competenti significa non solo riconoscersi abili e capaci di realizzare delle cose, ma anche che alcune cose competono a noi, siamo noi che possiamo deciderle e farle, nel senso che dipendo dall’esercizio del nostro potere personale.

Riconoscere ed apprezzare i propri successi, anche quelli apparentemente piccoli, è altrettanto importante di riconoscere i grandi successi. Riconoscere i risultati e le realizzazioni personali aiuta a rafforzare la percezione positiva di sé stessi.

Riconoscere la realtà cercando di comprendere cosa desideriamo, cosa possiamo e cosa no per nostri limiti o per contesto.

Il percorso verso un’autostima solida non è privo di difficoltà. L’abilità di imparare dalle esperienze, siano esse positive o negative, di affrontarle, è una parte del processo di crescita personale. Ogni ostacolo superato rappresenta un’opportunità per consolidare la fiducia in se stessi e contribuisce in modo significativo alla costruzione di un’autostima solida.

L’inversione del desiderio di Stutz

A tal proposito mi viene in mente lo strumento dell’inversione del desiderio che Stutz propone nel suo libro Il Metodo .
Stutz consiglia di utilizzare questo strumento quando ci troviamo di fronte ad un momento di difficoltà, quando dobbiamo intraprendere un’azione che procrastiniamo o che vorremmo evitare, che ci mette in stato di agitazione ed in ansia, temiamo di non farcela, di non essere adeguati.
L’abitudine di evitare la sofferenza è fortemente radicata in noi. Rimandando qualcosa di doloroso, otteniamo un sollievo immediato. Il conto da pagare – il vano rimpianto di una vita sprecata – spesso non ci sarà presentato che in un lontano futuro. Ecco perché molti non riescono a cambiare e a vivere meglio.
Suggerimenti per l’uso dello strumento

  1. Il primo suggerimento è di utilizzarlo quando dovete fare qualcosa di sgradevole che vi suscita paura o avversione. Usate lo strumento immediatamente prima di agire.
  2. Il secondo suggerimento è di approfittare dell’ansia che vi coglie quando anche solo pensate di dover fare qualcosa di doloroso o di difficile. Ricorrendo allo strumento ogni volta che questi pensieri vi assalgono, accumulerete una riserva di forza d’animo che vi permetterà di agire al momento opportuno.

Lo strumento in breve

  1. Focalizzatevi sul dolore che state evitando; vedetelo comparire di fronte a voi come una nuvola. Immaginate di urlargli: “FATTI SOTTO!” Desiderate questo incontro, perché sarà molto proficuo.
  2. Mentre avanzate dentro la nuvola, gridate silenziosamente: “IO AMO IL DOLORE!”. Entrate profondamente nel dolore, fino a diventare una cosa sola con lui.
  3. Sentite la nuvola espellervi e richiudersi dietro di voi. Dite interiormente: “IL DOLORE MI LASCIA LIBERO!” Mentre uscite dalla nuvola, sentitevi trasformati in pura luce che avanza con grande determinazione.
  4. L’autostima non è un traguardo, ma un processo continuo. Richiede un impegno costante nell’esplorare i propri sentimenti, comprendersi, sviluppare una relazione positiva con se stessi.

Atteggiamento compassionevole

Il lavoro sulla propria autostima implica anche l’adozione di un atteggiamento compassionevole verso se stessi, evitando giudizi e autocritiche e sostituendoli con un approccio amorevole e comprensivo.

Approfondimento a cura di

Damiano Quarantotto

Pratica a Trieste e online

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